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lunedì 2 marzo 2015

REALE ARCICONFRATERNITA DEI SANTI GIOVANNI
BATTISTA ED EVANGELISTA
DEI CAVALIERI DI MALTA
AD HONOREM DI CATANZARO

La Storia del Nostro Sud italia è immensa e si viene sempre sommersi da nuove ed interessanti notizie su tutto ciò che i Nostri Avi hanno creato e conservato in nome della Tradizione Religiosa e Culturale.

Andiamo a leggerci queste interessanti notizie.

Spulciando nella storia delle Chiese del Sud Italia e si arriva a Catanzaro, ci si imbatte in una Chiesa molto particolare, che ha la prerogativa di poter essere considerata filiale della Basilica di San Giovanni in Laterano.



Nella Chiesa è conservato un quadro raffigurante la Vergine Maria, che proviene da Costaninopoli e che la tradizione vuole dipinto dal pennello di San Luca, sarebbe l'unica effige che rappresenta la vera immagine della Vergine, che tutto il mondo venera conosciuto come l'immagine di Maria Odegitria di Costantinopoli.

 La Chiesa in questione è dedicata a San Giovanni Battista, ma quella che la rende ancora più speciale è che fu la sede dove venne istituita una Arcinfraternita particolarissima e direi quasi unica nel suo genere.

Infatti proprio in questa Chiesa proprio il 28 Aprile del 1502 fu istituita la Reale Arciconfraternita dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieri di Malta ad Honorem.

La sua filiazione diretta alla Cattedra Lateranense, ossia alla Chiesa madre di Roma ” Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput” è sicuramente il suo vanto maggiore.

Risale infatti al 28 aprile 1502 la Costruzione su terreni dell’Arcibasilica Lateranense Romana ( e ciò che la rende filiale) del Tempio dedicato a San Giovanni.

Per la costruzione del Tempio vennero utilizzate le pietre squadrate del Castello dei Conti di Centelles, mentre le statue furono donate da fra Alfonso maria FERRARI, Cavaliere Gerosolimitano e Patrizio di Catanzaro.

Il primo Pontefice ad occuparsi di questo sodalizio fu Alessandro VI che concesse gli stessi privilegi e le stesse indulgenze della Basilica di San Giovanni in Laterano.

Il Pontefice ricordava altresì che, essendo la Chiesa sorta su suolo lateranense, la Confraternita poteva usare lo stemma dell’Arcibasilica: il Triregno con le Sacre Chiavi, dando facoltà di portare il Gonfalone Pontificio.

PIO IV poi, nel 1563, rese indipendente la Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista dall’Autorità di Vescovi e Cardinali. 

GREGORIO XIII, il 24 maggio 1577, confermava ed ampliava le indulgenze e i privilegi, concessi fino ad allora dai suoi predecessori.CLEMENTE VIII riconfermo, nel 1601, l’autonomia dai Vescovi e Cardinali, già concessa dai suoi predecessori.

PAOLO V attribui alla Confraternita diritto di Asilo e Rifugio e disciplino i diritti di baronia, che consentivano al Priore, durante il periodo della Fiera di san Giovanni del 29 agosto di ogni anno, di amministrare la giustizia sotto la sua bandiera nel territorio (seppur limitato) della sua giurisdizione.

Sempre PAOLO V dava il privilegio singolarissimo di “Padre Sprituale della Chiesa e della Confraternita”URBANO VIII manifestava un segno di particolare predilezione per i figli calabresi donando loro con bolla del 4 aprile 1633 il braccio destro di San Giovanni Battista, purtroppo scomparso.

LEONE XII con Breve 22 agosto 1824 in occasione del suo Genetliaco riconfermava il diritto di Baronia.GREGORIO XVI, con Breve del 10 agosto 1845 riconfermava ed ampliava tutti i benefici sopra descritti.PIO XII con la lettera apostolica “Iam recolendae memoriae” del 9 novembre 1939 riconoscendo l’importanza storica concesse nuove indulgenze.

L’ultimo Pontefice ad occuparsi di questa Istituzione fu Papa Paolo VI in occasione dell’Anno Santo 1975 fece pervenire ai figli calabresi una Sua particolare e privata benedizione.

Dopo i riconoscimenti di Santa Romnqa Chiesa ci furono anche i riconoscimenti della Real Casa dei Borbone di Napoli come Sovrani del Regno delle Due Sicilie.

Il primo ad occuparsi della Confraternita fu Carlo III, nel 1673 infatti i Re di Napoli cominciarono ad interessarsi del sodalizio concedendo molti beni che fecero diventare la Confraternita una delle più ricche istituzioni di Catanzaro.

Il 28 novembre 1735, si deve registrare un evento straordinario, Carlo III Borbone di Spagna, Re di Napoli recandosi a Catanzaro in Visita (ospite dei marchesi DE RISO) conferì il titolo di “REALE ARCICONFRATERNITA DEI SS. GIOVANNI BATTISTA ED EVANGELISTA DEI CAVALIERI DI MALTA “ e a tutti i Confratelli “presenti e futuri” il titolo personale di “Cavalieri di Malta ad Honorem”.

Allo stemma della Confraternita venne aggiunta, per volontà regia, l’insegna della Croce di Malta.

Con questo decreto reale, vennero confermati anche i diritti di baronia da esercitarsi il giorno 29 agosto .S’impone ora una domanda.

In forza a quale prerogativa anche se regia il Re di Napoli e di Sicilia ebbe a concedere un si singolare privilegio?

L’ipotesi accreditata (anche dallo SMOM) è la seguente : il 24 ottobre 1530 Carlo V nella sua veste di Re di Spagna , diede l’isola di malta come feudo ai Cavalieri di san Giovanni di Gerusalemme, ma con la riserva dei diritti feudali al Regno di Spagna.

Cosi creava un vassallaggio che il Giovane Re di Napoli , Carlo III, secondogenito del Re di Spagna e pretendente al trono spagnolo, a distanza di oltre due secoli , rivendicava in virtù delle prerogative sancite dall’imperatore Carlo V.

La legittimità di questa Istituzione è pure riconosciuta dal Sovrano Militare Ordine di Malta, come scrive il Balì fra Antonio Conestabile della Staffa, nella Rivista Ufficiale dell’Ordine del dicembre 1942.

Di questo parere era pure il Gran Maestro dell’Ordine fra Angelo De Mojana di Cologna con suo scritto del 1975 dove riconoscendo il Carattere Nobiliare del privilegio ribadiva che “Comunque, è bene precisare che questo Titolo non ha nulla a che vedere con lo SMOM”.

Giova precisare che il 29 febbraio 1776 Ferdinando IV, confermando la deliberazione di Carlo III concedeva diritti di Baronia più vasti approvando altresì l’aggiunta della Croce Melitense al Triregno.

Con Regio Decreto, il 2 aprile 1857, Re Ferdinando II sanzionava il diritto di precedenza, imponendo, pena la revoca del privilegio di intervenire portando le insegne dei Cavalieri di malta ad Honorem nelle pubbliche funzioni del Corpus Domini e del Patrono della città San Vitaliano.

Nello svolgimento storico dell’Arciconfraternita, famosa e particolarmente interessante appare una sua antica caratteristica.

Si tratta del titolo di Barone o più precisamente (come citato sui testi in bibliografia) di Baroni della Real Cattedra Lateranense in Catanzaro, che i membri del Sodalizio possono usare.

Inoltre, la baronia dell’Arciconfraternita non appartiene ad un solo membro rappresentativo della Comunità Religiosa, ma all’intero consesso e quindi ad ogni singolo Confratello.

Il quale ha diritto di essere chiamato Barone e ti portare la corona nobiliare baronale, che non è quella personale ma quella a ricordo dell’effettiva, se pur limitata, giurisdizione anticamente goduta.

Per tanto, gli appartenenti alla Reale Arciconfraternita, fregiandosi del titolo di Cavaliere di malta ad Honorem, e di Nobile dei Baroni esercitano una prerogativa che spetta loro e che ha un fondamento storico inoppugnabile.

 Tale elargizione costituisce un unicum negli ordinamenti operando così una trasformazione relativamente alla natura giuridica dell’Arciconfraternita e divenendo così una istituzione religioso-cavalleresca-nobiliare.

Questo privilegio, con la facoltà di portare la croce bianca gerosolimitana, fu riconfermato dal Reale Decreto del 21 marzo 1777 da S.M. Re Ferdinando IV delle Due Siciliee l’8 dicembre del 1974 da S.M. Carlo X di Borbone.

E' bene ancora ricordare due momenti sul piano giuridico e religioso :

il primo con la lettera del Praefectus Ecclesiarum Unitarum Can. Mons de Toth del 3 novembre del 1986 in cui riafferma il diritto di proprietà del monastero catanzarese al Capitolo Lateranense e quindi della dipendenza della Reale Arciconfraternita;

il secondo è quanto affermato dal Sommo Pontefice Papa Innocenzo nel 1612 e riconfermato da numerosi successori , non ultimo papa Pio XII con la lettera apostolica del 1939 “Jam recolendae memoriae”, e riguarda le indulgenze che si ottengono entrando nel Sacro Tempio di Catanzaro, infatti così scriveva:

…Ut numerari non possint .. nisi solo Deo, quasomnesconfirmo, et etiam dixit Papa Bonifacius: Si homines scirent quot sunt indulgentiae in Ecclesia S. Joannis Lateranem et suismembris, a summis Romanis Pontificibus concessae, nequaquam opere pretium est proficisci ad Sepulchrum Hyerosolimitanum…”

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