La Scuola militare "Nunziatella" di Napoli, fondata nel 1787 come Reale accademia militare, è la più antica scuola militare al mondo fra quelle ancora operative senza soluzione di continuità; nonché il più antico istituto italiano di formazione militare fra quelli ancora operativi.
Il suo edificio, chiamato confidenzialmente "Rosso Maniero", e l'adiacente chiesa della Santissima Annunziata, costituiscono un complesso architettonico monumentale della città di Napoli.
Il motto araldico è per qualunque istituto o unità militare il segno e la cifra della propria identità, insieme con lo stemma.
È interessante, dunque, ripercorrere la storia dei motti della Nunziatella nei secoli, perché con il loro variare si leggono le variazioni storiche e culturali che la società subiva nei singoli periodi.
1787-1805 - Arma, viri, ferte arma
1806-1815 - Multos labores, magni meritis
1816-1860 - Arma, viri, ferte arma
1861-1931 - Et pace et bello
1932-1944 - Victoriæ regem dedit
1945-oggi - Preparo alla vita ed alle armi.
Il motto 'Arma, viri, ferte arma', utilizzato nel periodo borbonico (1787-
1805 e 1816-1860) è tratto dall'Eneide di Virgilio: il verso completo nell'originale classico ('Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos', cioè 'le armi, o uomini, portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti) è pronunciato da Enea dopo aver assistito alla strage compiuta da Pirro nel palazzo di Priamo ed è a tutti gli effetti un invito a morire sul posto con le armi in pugno.
Il motto 'Multos labores, magni meritis', utilizzato nel breve periodo murattiano (1806-1815), non ha apparentemente origine da alcuna opera classica, ma si richiama alla stretta connessione tra le fatiche da affrontare ed i meriti che ne conseguono.
Il motto 'Et pace et bello' (In pace ed in guerra), utilizzato nel primo periodo postunitario fino ad alcuni anni prima della seconda guerra mondiale, costituisce la prima espressione della vocazione della Nunziatella come fucina non solo di ufficiali, ma anche di cittadini.
È curioso notare l'assonanza del motto con il titolo del romanzo epico Guerra e pace di Lev Tolstoj, che però fu pubblicato solo nel 1865, e quindi con ha alcuna connessione con il motto introdotto nel 1861.
Il motto 'Victoriæ regem dedit' (Diede il Re della Vittoria), fu invece concesso dal Re Vittorio Emanuele III ed ex-allievo della Scuola, come diretto riconoscimento del ruolo della Nunziatella nella sua formazione.
L'ultimo motto, 'Preparo alla vita ed alle armi', subentrato dopo la seconda guerra mondiale e l'instaurazione della Repubblica Italiana, risponde invece da un lato alla necessità di eliminare da ogni istituzione repubblicana ogni riferimento alla monarchia; dall'altro, recupera con altre parole il motto Et pace et bello, riaffermando ancora una volta l'identità della Nunziatella come istituto di formazione sia militare che civile.Nella parete di fondo dell'Aula Magna è riportato il motto 'Essere piuttosto che sembrare', traduzione della frase 'Esse quam videri' di Marco Tullio Cicerone.
Sotto il grande orologio della Scuola, posto sul pianerottolo del primo piano, è invece riportato il motto 'Il perder tempo a chi più sa più spiace', tratto dal III Canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Anche le cinque sezioni (due di liceo classico e tre di liceo scientifico) in cui è suddiviso l'ordinamento degli studi alla Nunziatella hanno un proprio motto ufficiale:
- Classico A - Über alles ('Sopra tutto'), mutuato dall'incipit dell'inno Das Lied der Deutschen nel suo significato storico, secondo cui l'unità della Patria deve essere il primo pensiero di ognuno.
- Classico B - Hic sunt leones ('Qui ci sono i leoni'), frase che veniva riportata sulle cartografie della Roma antica per indicare regioni inesplorate e pericolose del mondo, motto introdotto nel da un allievo).
- Scientifico A - Docet et imperat ('Insegna e comanda'), traslitterazione del brocardo Lex imperat, non docet.
- Scientifico B - Sturm und Drang (Tempesta ed impeto), direttamente connesso all'omonimo movimento culturale tedesco.
- Scientifico C - We Are the Champions (Noi siamo i campioni), motto di recente acquisizione, mutuato dall'omonimo pezzo dei Queen, che ha sostituito il dantesco 'Che solo amore e luce ha per confine' (Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII).
Il suo edificio, chiamato confidenzialmente "Rosso Maniero", e l'adiacente chiesa della Santissima Annunziata, costituiscono un complesso architettonico monumentale della città di Napoli.
Il motto araldico è per qualunque istituto o unità militare il segno e la cifra della propria identità, insieme con lo stemma.
È interessante, dunque, ripercorrere la storia dei motti della Nunziatella nei secoli, perché con il loro variare si leggono le variazioni storiche e culturali che la società subiva nei singoli periodi.
1787-1805 - Arma, viri, ferte arma
1806-1815 - Multos labores, magni meritis
1816-1860 - Arma, viri, ferte arma
1861-1931 - Et pace et bello
1932-1944 - Victoriæ regem dedit
1945-oggi - Preparo alla vita ed alle armi.
Il motto 'Arma, viri, ferte arma', utilizzato nel periodo borbonico (1787-
1805 e 1816-1860) è tratto dall'Eneide di Virgilio: il verso completo nell'originale classico ('Arma, viri, ferte arma; vocat lux ultima victos', cioè 'le armi, o uomini, portate le armi; l'ultima luce chiama i vinti) è pronunciato da Enea dopo aver assistito alla strage compiuta da Pirro nel palazzo di Priamo ed è a tutti gli effetti un invito a morire sul posto con le armi in pugno.
Il motto 'Multos labores, magni meritis', utilizzato nel breve periodo murattiano (1806-1815), non ha apparentemente origine da alcuna opera classica, ma si richiama alla stretta connessione tra le fatiche da affrontare ed i meriti che ne conseguono.
Il motto 'Et pace et bello' (In pace ed in guerra), utilizzato nel primo periodo postunitario fino ad alcuni anni prima della seconda guerra mondiale, costituisce la prima espressione della vocazione della Nunziatella come fucina non solo di ufficiali, ma anche di cittadini.
È curioso notare l'assonanza del motto con il titolo del romanzo epico Guerra e pace di Lev Tolstoj, che però fu pubblicato solo nel 1865, e quindi con ha alcuna connessione con il motto introdotto nel 1861.
Il motto 'Victoriæ regem dedit' (Diede il Re della Vittoria), fu invece concesso dal Re Vittorio Emanuele III ed ex-allievo della Scuola, come diretto riconoscimento del ruolo della Nunziatella nella sua formazione.
L'ultimo motto, 'Preparo alla vita ed alle armi', subentrato dopo la seconda guerra mondiale e l'instaurazione della Repubblica Italiana, risponde invece da un lato alla necessità di eliminare da ogni istituzione repubblicana ogni riferimento alla monarchia; dall'altro, recupera con altre parole il motto Et pace et bello, riaffermando ancora una volta l'identità della Nunziatella come istituto di formazione sia militare che civile.Nella parete di fondo dell'Aula Magna è riportato il motto 'Essere piuttosto che sembrare', traduzione della frase 'Esse quam videri' di Marco Tullio Cicerone.
Sotto il grande orologio della Scuola, posto sul pianerottolo del primo piano, è invece riportato il motto 'Il perder tempo a chi più sa più spiace', tratto dal III Canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Anche le cinque sezioni (due di liceo classico e tre di liceo scientifico) in cui è suddiviso l'ordinamento degli studi alla Nunziatella hanno un proprio motto ufficiale:
- Classico A - Über alles ('Sopra tutto'), mutuato dall'incipit dell'inno Das Lied der Deutschen nel suo significato storico, secondo cui l'unità della Patria deve essere il primo pensiero di ognuno.
- Classico B - Hic sunt leones ('Qui ci sono i leoni'), frase che veniva riportata sulle cartografie della Roma antica per indicare regioni inesplorate e pericolose del mondo, motto introdotto nel da un allievo).
- Scientifico A - Docet et imperat ('Insegna e comanda'), traslitterazione del brocardo Lex imperat, non docet.
- Scientifico B - Sturm und Drang (Tempesta ed impeto), direttamente connesso all'omonimo movimento culturale tedesco.
- Scientifico C - We Are the Champions (Noi siamo i campioni), motto di recente acquisizione, mutuato dall'omonimo pezzo dei Queen, che ha sostituito il dantesco 'Che solo amore e luce ha per confine' (Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVIII).
Donatella Farina
La foto iniziale mostra un allievo della Teulie cioè della scuola militare di Milano...
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