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martedì 10 marzo 2015

IL SACRO MILITARE ORDINE
 COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO
 NEL PANORAMA ANTICO E MODERNO

Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio rappresenta ancora oggi storia, legami internazionali, tradizioni, in fase di nuovo vigore ed espansione.

Il nome dell'antica Compagnia cavalleresca ricorda un inizio mitico che la farebbe risalire a Costantino il Grande, per poi collegarla ai Comneno di Costantinopoli che si vantavano di discendere dal Sovrano Romano.

In realtà gli storici più accreditati ritengono estinta la stirpe di Costantino già poche generazioni dopo la morte dell'imperatore, per cui si può credere che l'Ordine abbia costituito una "pedina" propagandistica della Corte bizantina, animata dalla volontà di indorare le nobiltà e le ascendenze della Casa Imperiale.

Quindi, esso non sarebbe sorto all'inizio del IV secolo ma verso la fine del XII quando anche nell'Oriente europeo si andò diffondendo la "moda" dello spirito cavalleresco.

Una moda che coinvolse Costantinopoli dove presto si organizzarono tornei in puro stile Franco, e che indusse qualche principe Comneno(forse lo stesso Isacco IV) a fondare una milizia riservata esclusivamente ai nobili locali, con lo scopo principale di liberare o difendere i luoghi Santi, i Cristiani locali, i pellegrini.

Dapprima Milizia, poi Ordine Cavalleresco, non statuale ma dinastico; tanto che dalla caduta dell'Impero d'Oriente ad opera dei musulmani, i Cavalieri Costantiniani ebbero sempre il loro Gran Maestro in principi appartenenti ad un ramo dell'antica Casa Imperiale Comneno, che aveva aderito al Cattolicesimo(fra questi il Cardinale Andrea Comneno) e che si muoveva in esilio, cercando gli aiuti dell'Occidente per arginare la marea islamica.

Posti sotto la protezione del Pontefice, in particolare di Giulio III e Paolo IV che riconobbero gli antichi privilegi dell'Ordine, i Gran Maestri furono salvaguardati già nel Cinquecento da avventurieri che cercavano di usurpare prerogative e titoli Costantiniani.

Un lavorio affaristico che continua anche oggi, se si pensa che esistono almeno tre o quattro falsi ordini che prendono il nome dall'antica Milizia, guidati da sedicenti gran maestri i quali concedono false onorificenze ad ingenua o peggio complice cliente pagante.Giovanni Andrea Comneno, principe di Macedonia ed ultimo della famiglia imperiale, concesse nel 1697 i suoi diritti a Francesco I Farnese, duca di Parma e Piacenza.

A sua volta, Elisabetta Farnese, erede della Casata di Paolo III, trasmise Ducato e Gran Magistero dell'Ordine al consorte Filippo V di Borbone, Re di Spagna.

Il loro figlio terzogenito Ferdinando IV, assumeva infine il trono Delle Due Sicilie e diveniva Capo dell'Ordine.

Anche dopo l'unità d'Italia il Magistero Costantiniano continuava la sua vita
rimanendo legato alla Dinastia che si identifica con la più gloriosa storia del mezzogiorno.

L'Ordine Costantiniano e oggi conferito da Sua Altezza Reale il principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro, il quale promuove e coordina le attività benefico-assistenziali e culturali di questo antichissimo Ordine.Naturalmente l'Ordine nel tempo a in parte perso le prerogative Militari, anche se non del tutto, in quanto sotto la felice spinta di un delegato eccezionale, nella persona del marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Delegato per la Campania per gli Ordini Dinastici della Real Casa di Borbone Due Sicilie.


Infatti l'Ordine ha ripreso negli ultimi anni, alcune caratteristiche Militari della Milizia, ricostituendo : Il Corpo di Soccorso, il quale svolge un ruolo fondamentale e molto attivo di assistenza e beneficenza verso i più bisognosi anche in campo internazionale, che ha al suo attivo varie missioni in teatri di guerra, tra questi il Libano ed il Kosovo.

Una realtà coerente con l'antica tradizione nobiliare e cavalleresca, ma non
anacronistica, con l'esigenze della vita moderna che va di pari passo , con una cavalleria che si evolve e non resta chiusa nelle cerimonie rappresentative e solenni, ma va anche oltre esponendosi in prima persona.

Chi pensa che essere cavaliere sia indossare un abito da chiesa o appuntarsi una rosetta sulla giacca, non ha compreso nulla del mondo dei Cavalieri, spesso un appartenenza, sebbene prestigiosa, può costituire per un confratello più un onere, che un onore.

In quanto la partecipazione alla vita dell'Ordine e indispensabile e richiede
tempo e dedizione ad esso, spesso i più abbagliati da decorazioni scintillanti, perdono di vista il vero senso di una scelta simile, rischiando di ritrovarsi in un contesto diverso da come lo si immaginava.



Vincenzo Renato Triente Castaldo

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