( CHI SONO OGGI... Chi erano
ieri ?… Perché Cavalieri ? )
Prefazione dissertativa :
La pubblicazione di questa
articolata dissertazione, sui CAVALIERI nasce dal fatto che in questa
contemporaneità degradata, si avverte sempre di più il bisogno interiore, di un ritorno alla
gentilezza dell'anima e degli intenti di
oggi, spesso solo pensati e non attuati.
Difatti si percepisce l'esigenza
di uscire fuori dalla banalità e superficialità' del male, nonché di
distaccarsi dalla mediocrità dell'essere ignavo, persona priva di motivazioni e
volontà, non incline alla bellezza e nemmeno alla solidarietà mirata al
traguardo del Bene Comune.
Questo essere è ugualmente
colpevole come quelli, che spesso, egli stesso, accusa di operosità asociale.
Perseverare e quindi continuare
ad inseguire tali tracce degradanti e deformanti, non tramanderà nulla di
positivo ed esemplare alle nuove e future generazioni.
Ma Ahimè! Oggi, ogni essere
dotato di buona volontà nonché di intento e ragione, ma soprattutto di discernimento,
si soffermerà non solo su i significati etimologici dei termini , ovvero sulla
loro specificità e secondo “ la storia dell' operosità dei Cavalieri “, ma
indagherà pure, ricercando la comprensione
relativa a chi era il Cavaliere, e sin dalle origini, a meno che non sia
un soggetto che ne discuta solo per far emergere la propria nullità o mediocrità
vista nell' oggi, ed a Narcisio aggiunge l' ipocrisia per apparire “ forte e
con i muscoli “.
Costui solitamente non è
mai intento a stabilire chi e come debba essere oggi, il nuovo, moderno
Cavaliere.
Tale mio desiderio di
divulgazione, nasce soprattutto per diffondere tale conoscenza ai PIÙ, ovvero
ai numerosi profani di ciò, quelli che si autodefiniscono persino Cristiani ( forse
immeritati ed abusivi ), ma il mio pensiero si indirizza anche verso il mondo
dei “ NON ”, riferendomi all'oligarchia settaria dei dotti incompresi dai più,
quelli che solitamente “ sanno o credono di sapere tutto ” .
La mia dedica è anche indirizzata
a coloro che considerano ogni materia di genere, soltanto di proprietà argomentale
- pensante, di esclusività degli accademici
esperti di storia, espressione narrante, spesso gestita da una casta che
talvolta dimostra di essere storicistica, e quindi altrettanto opinabile, e che
in taluni casi ha dimostrato di essere solo buona a sottoscrivere recensioni
a pagamento per asini accreditati, o
meglio servitori volontari di un certo mondo politico-editoriale, molto vicino
al “ domino ” di potere governativo...
Inoltre un pensierino vada pure a
gli iniziatici, Massoni degni di tale nome, ad ogni libero muratore, oppure ad
altri massoni di ogni ordine, loggia e grado, talvolta “ smemorati o distratti ”.
Il mio pensiero vada pure a
quelli “persi e smarriti” perché deviati, in specifico ai “coltivatori “ di
aristocrazia materiale, e chissà se recuperabili...
Questi sono carenti di
riflessioni , e per mancanza di preistruzione argomentale quasi su tutto ,
gente poco idonea per poter distinguere il “ Sacro dal profano ”.
Pertanto bisogna porsi in allerta,
in considerazione della confusione mentale generata da certi “ nuovi e vecchi
ordini Cavallereschi “, (forse presunti ), composti da “ Cavalieri “ non sempre
degni di tale titolo denominato, e talvolta appartenenti ad ordini indegni,
rappresentati da “ Maestri di pensiero truffaldino “, come emerso in varie
occasioni da una cronaca odierna, giorno per giorno, sempre di più nera .
Intanto per non divenire
Cavalieri erranti, è meglio trasformarsi in Nobili
Gentiluomini di pensiero Cristiano, ed applicando il pensiero caritatevole FRANCESCANO.
Gentiluomini di pensiero Cristiano, ed applicando il pensiero caritatevole FRANCESCANO.
Però per essere anche saldi, e
restare con i piedi a terra , il cuore e la mente non dovrà omettere anche l'aspetto
del pensiero costruttivo politico-sociale “ROOSEVELTIANO “, di stampo,
umanistico ed umanitario, molto più incline ed idoneo su questa terra che non
in cielo (se non per merito postumo ).
Tale Pensiero laico-integrato è mirato
a costruire un Umanesimo integrale, anche laico, non lontano da quello Cristiano,
e senza fraintendere e sviare i percorsi obbligati per raggiungere ed ottenere
la Misericordia e la Compassione, unica strada finale e meritevole che in
primis sarà rimessa alla volontà di Dio, e poi a quella degli uomini degni .
Pertanto per comportarci da “ NOBILI
GENTILUOMINI ”, applicando tali pensieri espressi, non dimentichiamo che il
mondo ha bisogno di persone che non dimentichino che i bambini hanno bisogno di
“ adulti coscienziosi “.
Persone che ricordino pure che l'
anzianità non è un “ fastidio “, ma rappresenta
un valore aggiunto.
Che lo svantaggio precostituito
va rimosso mirando alla cultura dell' inclusione e del confronto umano e
civile.
Che la dignità, la reciprocità,
il rispetto, la responsabilità, il diritto ed il dovere, la giustizia sociale,
la legalità, la fratellanza , la solidarietà, la generosità, l'etica, la pace,
l'amore, la compassione, la misericordia , SONO VIRTÙ, valori per i quali un vero “ CAVALIERE
” combatte, e che oggi sarà meglio definirlo come “ NOBILE GENTILUOMO “.
Ma purtroppo, oggi, constatiamo che queste
sono “ le Parole mancanti “ ed importanti da ritrovare nel “ Vocabolario dell' Umanità “, giacché
dimenticate, pagine strappate dalle “ mani immeritevoli ”, ignave e crudeli
dell'attualità contemporanea.
I “ Sogni possibili ” non
appartengono all' utopia, anche se spesso definiti impossibili , perché non sono privi
di speranza fattiva, se pur ancora lontana.
Ma è bene ricordare che “ I Sogni del
maledetto “, sono gli unici ad essere “ impossibili da subito ”.
Pertanto nel “ Sogno possibile ”,
se pur lontano, è mia intenzione, unitamente ad altre figure di “ NOBILI
GENTILUOMI e DAME “ ( Cavalieri rivisitati nell'oggi ), COSTITUIRE un'
organizzazione associativa, GENTILIZIA ed omogenea, che non avrà nessun
intento di costituire un ulteriore e ridicolo Ordine Cavalleresco, ma solo
applicare il pensiero “Francescano e Rooseveltiano “, usufruendo del SOSTEGNO, di una omogenea FRATELLANZA Gentilizia , composta da uomini e donne che ci
auguriamo di coinvolgere sempre di più, persone che oltre all' ordinaria
attività delle azioni associative di normale svolgimento quotidiano, siano
intenzionate a realizzare proposte integrate d' intento, mirate alla
fattibilità concreta di opere sociali con l' ausilio della propria volontà,
caparbietà, capacità mentali, ma soprattutto con le espressioni etiche dettate
dal cuore.
Sin
da ora ringraziamo tutti coloro che ci consentiranno la realizzazione di “ tale
Sogno”, rendendolo possibile .
La
meta di questo nostro Sogno utopico , ma possibile , (e che senz' altro non sarà
facile), sarà quella di perseverare e mai desistere nella sua progettazione ,
mirata alla realizzazione di una “ COMUNITA' di lavoro multisettoriale
residenziale per l' integrazione sociale di soggetti svantaggiati e disagiati ,
nonché non inclusi ed emarginati , compreso quelli a rischio sociale .
Le
categorie interessate saranno : Disoccupati ordinari in genere, soprattutto i più
bisognosi di ogni età, cassintegrati , ma in primis diversamente abili ,
ragazzi di strada, ex carcerati recuperati, ecc..., che andranno a produrre
beni e servizi , per i cittadini-fruenti che saranno i veri sostenitori finali
e continui.
Pertanto
non sarà nemmeno sottovalutata l'azione dell'aspetto formativo educazionale, nonché
quello ludico-aggregativo-ricreativo, esteso con la creazione di eventi ,
manifestazioni , nonché integrato con azioni attive , a mezzo della creazione
di laboratori vari , il tutto a livello intergenerazionale .
Auguriamoci che tutto ciò avvenga
nell' impronta FRANCESCANA ispiratrice dell' impresa laica nell' azione
Socio-politica di matrice ROOSEVELTIANA , infine
per ripartire dalle domande poste all' inizio, su chi è il Cavaliere?, e
perché Cavaliere?.
In conclusione , desidero esprimere
definitivamente il ricordo della mia ( e nostra) nuova definizione di tale
termine , traducendolo con “NOBILI DAME E GENTILUOMINI NAPOLETANI “, di
Pensiero Francescano e Rooseveltiano integrato ,
Chi sono... ( chi erano
ieri )
I Cavalieri Medievali erano figli
di nobili che, non essendo primogeniti, non avevano diritto neanche a una parte
dell’eredità del padre oppure erano Figli di Nobiltà decadute ma ancora vivi
nello spirito combattivo.
Questi rampolli avevano
solo due possibilità: abbracciare la carriera
religiosa o andare a vivere, fin da bambini, presso il castello di un potente
signore, dove venivano addestrati al combattimento.
In questo caso, divenuti adulti,
lasciavano il castello ed in genere si mettevano al servizio di un Signore
potente locale oppure vivevano senza uno scopo preciso, se non quello di
prendersi con la violenza ciò che volevano.
In entrambi i casi si
comportavano, come dei briganti:
saccheggiavano, rubavano, usavano la loro forza per terrorizzare, opprimere e
aggredire la popolazione indifesa.
E nel tempo moltissimi di loro non
avevano punti di riferimento : non erano legati a nessuno e non avevano fissa
dimora.
Si spostavano continuamente (
infatti li chiamavano “ cavalieri erranti ” ) sempre per compiere scorribande e
saccheggi.
La loro vita, però, non era
bella. Si sentivano forti delle loro violenze, ma nel loro cuore erano inquieti
e insoddisfatti, perché avevano imparato, essendo dei nobili, a destreggiarsi
benissimo con le armi, erano diventati abilissimi guerrieri, coraggiosi e
forti, ma tutto quello che erano e sapevano fare non serviva a nessuno, non
costruiva nulla.
Nel tempo ( sec. X – XI ) questi Cavalieri
erranti o non, soprattutto quando si univano per compiere le loro scorribande,
divennero un vero e proprio flagello per la società medievale.
Si tentò di dare un Codice
Cavalleresco a questi Uomini per dare un significato al loro vagare, regole che
furono ben divulgate e che la leggenda vuole che siano state create davanti ad
una Tavola Rotonda presieduta da un certo Re Artù.
Ma nonostante questo, pochi si
comportavano secondo tale Codice, in fondo nessuno li controllava a riguardo,
le istituzioni di allora poco se ne curavano eccetto se non per difendersi da
Questi o per assoldarli nelle continue lotte di predominio territoriali.
Sino a quando la Chiesa cristiana
di allora che, come succede oggi, aveva a cuore la difesa della fede in Gesù contro
gli attacchi nemici e il bene della società, propose a questi Cavalieri di
mettere il loro valore militare e le loro qualità (il coraggio, la forza, il
desiderio di conquista…) al servizio di un grande ideale : servire la Chiesa di
Cristo, difendere la fede e costruire il bene, mantenendo la pace nel popolo
cristiano, proteggendo i deboli, i poveri e gli indifesi dalle prevaricazioni
dei prepotenti.
Insomma la Chiesa propose loro di
accettare un compito bellissimo, di assumersi una grande responsabilità.
Quello che ci
colpisce è che, accettando questo compito, non dovevano rinnegare nulla di sé,
anzi tutto quello che erano veniva valorizzato ed esaltato ( è così anche per
noi: se usiamo un dono ricevuto per un nostro capriccio, quel dono si perde, se
invece lo offriamo a Dio perché lo usi per compiere il suo disegno, il nostro
dono ci frutterà il centuplo).
I cavalieri
accettarono l’invito della Chiesa e nacque così l’ordine della “Cavalleria”.
Da quel
momento, chi desiderava diventare un cavaliere cristiano doveva seguire una
regola:
- lasciarsi
educare da un maestro (un cavaliere più anziano)
- trascorrere
la notte prima della solenne vestizione in preghiera
- accettare
lo stile di comportamento del vero cavaliere : oltre a sapersi destreggiare valorosamente
con le armi,
- perdonare,
non parlare inutilmente, aver misericordia per l’avversario sconfitto, praticare la carità,
- pregare
costantemente di restare cristiano e di ricevere il perdono di Dio per la
propria anima .
Durante la
cerimonia dell’investitura, il cavaliere più anziano o il signore a cui giurava
fedeltà gli consegnava le armi che il Vescovo aveva in precedenza benedette: la
spada (a cui il cavaliere dava un nome proprio), l’elmo, la maglia di anelli di
ferro ( la “cotta” ), la lancia lunga, lo scudo e gli speroni.
Infine il Signore
lo colpiva con la parte piatta della spada sulla spalla o sulla guancia ed egli
non doveva vacillare per dar prova di resistenza e coraggio.
Così il nuovo
Cavaliere era consacrato davanti a Dio e a dei testimoni.
I Cavalieri Cristiani
sono vissuti in un tempo lontano dal nostro ( 5 o 6 secoli fa), però hanno lasciato
un enorme ricordo ed un’esperienza che vorremmo vivere anche noi nel nostro
tempo.
Al giorno
d’oggi c’è un continuo brulicare di Ordini cavallereschi che escludendo quelli
falsi in tutto e per tutto, al massimo possono definirsi : salottieri, sempre
pronti a partecipare a Feste di beneficenze per immortalarsi in splendide foto
da cornice.
Quindi si ritiene che
voler far risorgere la Cavalleria con quei Nobili Ideali
debba avvenire per altre strade...
debba avvenire per altre strade...
Preferiamo
far rinascere una Figura direttamente collegata alla Cavalleria ma con
un’immagine più distaccata dal concetto di antiche nobiltà, piuttosto proporre
positivamente, chiunque anche non nobile di nascita, rivela educazione fine,
indole cavalleresca, modi signorili e rettitudine di costumi e di ideali.
Che sappia si
difendere gli Antichi Valori ma senza ostentazione, proprio come si addice ad
un Vero Gentiluomo.
PER QUESTO
RIVOLGIAMO A TUTTI L’INIVITO A DIVENIRE DEI :
“ NOBILI GENTILUOMINI “ e visto che viviamo
nella Nostra amata Terra del Sud, abbiamo aggiunto anche : “ NAPOLETANI “ per
definire luoghi e ereditarietà storiche dei Nostri Avi.
Noi certo non
andiamo in giro con addosso l’armatura, non combattiamo con spade e lance e non
abbiamo neppure un cavallo, però condividiamo con loro il desiderio di una vita
bella, utile, con un significato grande e la decisione di essere fedeli a Dio
offrendogli tutto di noi, come dice la preghiera del Cavaliere.
Link alla pagina di Facebook di una Associazione promo sociale che si propone i programmi umanitari descritti sopra :